Nell’ampio panorama di produzioni sociologiche in tema di Covid e sue conseguenze (in particolare condotte dai colleghi della Società Italiana di Sociologia della Salute – SISS – e della Sezione di Sociologia dell’AIS) il presente contributo si caratterizza per alcuni aspetti specifici. Innanzitutto, si mettono al centro i soggetti fragili, nelle loro varie tipologie: gli anziani, i disabili, i migranti, le donne sole e vulnerabili, i settori dell’infanzia e dell’adolescenza “colpiti” dalla DAD, le varie soggettività “ferite” anche nella dimensione relazionale e socio-psicologica.
Si cerca poi di comprendere come tali bisogni e fragilità abbiano impattato sugli interventi delle varie agenzie sociali, siano esse unità operative istituzionali o associazioni di volontariato.
L’intento è di dare, con molta ampiezza, la parola a coloro che agiscono sul campo (a questo fine è dedicata in particolare l’appendice), che qui si esprimono non solo narrando la propria esperienza, ma soprattutto dando contributi di analisi e di riflessione sui bisogni incontrati, sulle capacità di risposta, sulla necessità di innovare sia nel modus operandi delle singole agenzie, sia nell’impostazione generale dei servizi socio-sanitari messi alla prova dalla pandemia.